La seconda giornata della Summer School sulla democrazia locale ha proposto un’agenda meno ricca di interventi di esperti, ma decisamente più mirata alla partecipazione dei cittadini e ai processi decisionali.
La mattinata si è aperta con una panoramica accademica sul significato e il concetto di “partecipazione dei cittadini”, tenuta da Francesca Gelli, docente di Scienze Politiche presso l’Università IUAV di Venezia (Italia). La professoressa Gelli ha illustrato il funzionamento della partecipazione all’interno del quadro politico di un comune, analizzando le prospettive che cambiano in relazione alle diverse culture politiche e alle specificità geografiche.
“La partecipazione è un processo creativo e spesso imprevedibile. Dobbiamo quindi tenere presente che la partecipazione è per il cambiamento, quindi deve sorprendere, criticare l’esistente, permettere nuove partnership e connessioni.”
Durante il suo intervento, la professoressa ha presentato esempi concreti di metodi partecipativi innovativi, attuati in regioni italiane come Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Ha citato, in particolare, il ruolo dei metodi partecipativi nei partiti politici e i dibattiti pubblici relativi a grandi progetti architettonici, evidenziando l’importanza di adattare gli strumenti alle specificità locali.
A seguire, Patrick Molinoz, Presidente della Commissione CIVEX del Comitato Europeo delle Regioni, ha portato l’attenzione sulla “resilienza democratica a livello europeo e locale”. Attraverso casi di studio, Molinoz ha illustrato come il Comitato delle Regioni abbia affrontato crisi globali come la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, mostrando come queste sfide abbiano rafforzato la centralità della democrazia locale.
Molinoz ha anche posto una riflessione sul ruolo e la responsabilità dei politici nel mantenere le promesse elettorali, un tema cruciale quando si parla di partecipazione dei cittadini:
“I governi e i leader delle città hanno la responsabilità maggiore, poiché i leader e i candidati delle città non possono promettere l’impossibile, essendo più vicini alla gente. Altrimenti, le stesse persone votano per candidati di partiti politici opposti nella stessa giornata elettorale, a livelli elettorali diversi: non c’è più il voto ideologico. Inoltre, abbiamo perso una prospettiva comune: questa prospettiva è, per me, l’UE.”
Questi interventi hanno stimolato una vivace discussione tra i partecipanti, che hanno posto numerose domande e condiviso le loro esperienze, dando vita a un dibattito dinamico moderato da Anna Ditta, responsabile del Dipartimento Sviluppo Progetti di ALDA e Senior Trainer.
Nel pomeriggio, l’attenzione si è spostata sul workshop dal titolo “Partecipazione dei cittadini e processo decisionale democratico: usare lo strumento giusto al posto giusto”. Anna Ditta ha introdotto l’attività spiegando i vari gradi di partecipazione definiti dal Consiglio d’Europa: “Informazione, come base della partecipazione; consultazione; dialogo e partenariato.”
I partecipanti, suddivisi in piccoli gruppi, si sono confrontati su scenari concreti, cercando di identificare gli strumenti più adeguati per stimolare la partecipazione dei cittadini, in un esercizio che ha unito teoria e pratica.
La giornata si è così conclusa, lasciando spazio alle attese per il terzo e ultimo giorno, in cui l’attenzione sarà rivolta all’Ucraina come caso-studio di una situazione critica in cui democrazia e partecipazione sono messe a rischio dall’invasione su larga scala da parte della Russia, iniziata il 24 febbraio 2022.